Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
 
 
Di Filippo Delmonte (del 25/10/2011 @ 21:39:42, in gare, linkato 1937 volte)
Non ci abitua alle tragedie, agli incidenti mortali che accadono tutti i giorni sulle strade, figurarsi quando accadono in pista e colpiscono piloti giovani. Pensiamo, noi che viviamo le corse per passione e lavoro, che tutto sia bello, che i piloti siano invincibili e siano in grado solo di farci emozionare. Invece accede anche l'imponderabile. Per fortuna è raro, ma ogni tanto qualcosa va storto come accaduto domenica a Sepang. Il sangue di chi era davanti alla tv si è gelato. La speranza di rivedere Simoncelli di nuovo in piedi, forse non c'è mai stata. È rimasto un senso di vuoto in tutti quelli che erano davanti alla tv. Al Mugello, sede dell'ultima prova del campionato italiano, il paddock si è fermato, gelato. Tutti increduli, sbigottiti. Si è poi corso in un clima surreale: di solito tutto è chiassoso, domenica no. I festeggiamenti del podio e la premiazione dei campioni programmata per la sera sono stati cancellati. Nessuno aveva voglia di parlare. I piloti hanno corso. Hanno onorato con belle gare Marco Simoncelli. Alessio Corradi, di solito mai contento dei risultati diversi dal primo posto, a fine gara era sotto la sua tenda senza parole e con lui Stefano Manici, arrivato al Mugello per ritirare la targa leader del campione della salita. Nessuno sapeva dire altro che:”una tragedia. Impossibile sia successo”. I piloti, che per l'occasione non sono stati intervistato né in griglia né a fine gara hanno abbassato la visiera del casco cercando di isolarsi. Ce l'hanno fatta e sono stati grandi come il piccolo Nicolò Antonelli del team Italia, seguito da due meccanici di Parma, Monica e Ferretti, lui era amico di Simoncelli. Lo sentiva e il prossimo anno avrebbero corso insieme nel team Gresini, Sic in MotoGp, Nicolò in Moto3. Ha guardato il suo compagno Fenati, prima di darsi battaglia in pista, si sono abbracciati e poi con una mano sul cuore, con l'altra ha indicato il cielo. Gesti che valgono più di mille parole, così come i commenti su elettronica e gomme. Vitto Guareschi, intervistato da Italia 1, aveva uno sguardo che raccontava tutta l'emozione e il dolore di quei momenti. Così come quello di Valentino Rossi ,arrivato al box dopo essere stato coinvolto nell'incidente. In certi momenti aprire bocca diventa qualcosa di difficile e impossibile da fare. Vitto però ha parlato. “Si sono inanellate una serie di circostanze strane, sfortunate che difficilmente si verificano tutte insieme. In quel momento non so cosa sia successo, bisognerebbe vedere quanto gas aveva dato. Il fatto è che la gomma anteriore ha ripreso aderenza che la moto ha cominciato a curvare e lui era talmente appeso che non è riuscito correggere la traiettoria.” Guareschi va avanti dicendo. “L'elettronica penso non abbia colpa per quello che è successo. Le gomme erano calde, sicuramente stavano tirando come succede in tutte le gare”. La notizia della morte di Simoncelli, il suo incidente, ha emozionato tutti gli appassionati di Parma. Jonny Donelli, meccanico del team Phonica era in Malesia, aveva lavorato con Sic negli anni della 125, ha il telefono spento e ci si può immaginare il dolore. Era stato lui a presentare Marco ad Alberto Tassoni, grafico parmigiano, che ha la voce rotta dell'emozione. “Mi ero sentito con suo padre prima dell'Australia. Dovevamo vederci nei prossimi giorni perché volevano fondare il fan club e dunque io gli avrei dato un po' delle cose che gli avevo fatto in questi anni. Collaboravo con loro dal 2004: gente splendida, alla mano, sincera molto diversa da molta altra che frequenta il paddock. Avevamo un bel rapporto. Quando ero in zona Rimini andavo da loro a prendere un caffè, a fare due chiacchiere. Eravamo amici e per me Marco era un fratello minore. Non ho parole, ancora non ci credo. Era vero, così come si vedeva. Gli piaceva stare in compagnia, aveva una battuta per tutti e quando non era alle corse lo trovavi a casa a Coriano, lì insieme ai suoi famigliari. In un attimo è finita la sua vita. Amava correre e il prossimo anno avrebbe senz'altro raccolto i frutti dell'esperienza in MotoGp. Ancora oggi non mi sembra vero quello che è successo.” Invece è tutto drammaticamente vero Dio Bo', come avrebbe detto lui.
 
Di Filippo Delmonte (del 12/05/2010 @ 15:34:01, in gare, linkato 2156 volte)
La premiata ditta Melandri- Simoncelli si presenta allo stand San Carlo in perfetto orario: le 14. I numerosi fan dei due piloti del team Gresini sono già lì, armati di macchine fotografiche, aspettano di farsi firmare cappellini e poster. Disponibili come sempre Macio e Sic firmano, sorridono, si mettono in posa per le foto per oltre mezz’ora. Sembra di essere a una gara del Motomondiale, invece è Cibus. “C’è un gran casino di gente, non me l’aspettavo”. Attacca così Simoncelli, con la sua inconfondibile pronuncia romagnola. Melandri gli fa eco. “Pensavo ci fosse gente più matura, invece è bella vivace, piena di ragazzi. Arrivare è stato un delirio e impossibile parcheggiare. Va forte Cibus”. E vanno forte anche loro. “A Jerez ho avuto i primi risultati incoraggianti- racconta Simoncelli- e sono contento del lavoro svolto sia in gara che nei test del giorno seguente. Avevo bisogno di provare, perché l’inizio è stato duro. Abituarsi alla moto, all’elettronica alle gomme non è semplice perché con la MotoGp è dura inventare, bisogna conoscerla per gradi e studiarla. A tutto ciò vanno aggiunti i pochi test e le cadute di inizio stagione; non è stata una passeggiata. In Spagna ho capito diverse cose. Adesso non resta che crescere e continuare su questa strada”. Anche Melandri a Jerez ha trovato il bandolo della matassa. “Ho avuto una partenza difficile a causa delle sospensioni che sono arrivate in Spagna. La Ohlins mi ha portato le forcelle che volevo e ho fatto decisamente un passo avanti.” I test sono pochi e per un pilota come Simoncelli è uno svantaggio perché al debutto si avrebbe bisogno di fare chilometri. “ Anche per chi ha esperienza i test sono pochi. – dice Melandri- Oltre a questo si aggiunge il fatto che abbiamo gomme contingentate anche per le prove e questo non ci permette di provare tutto quello che vorremmo, perché per alcune prove servono gomme fresche.” Per ovviare alla mancanza di test e per stare in moto Melandri si diverte con il cross. “ Con la moto da cross vado sempre, ma adesso ho ripreso a fare motard, due settimane fa mi sono allenato a Castelletto di Branduzzo insieme a quelli del mondiale.” La pausa tra Jerez e Le Mans è di tre settimane. Simoncelli si è dilettato a commentare la SBK da Monza per la 7. Melandri invece mette a posto casa.”Ho rifatto alcune cose e ora sto allestendo la mia palestra personale.”
 
Di Filippo Delmonte (del 20/04/2010 @ 14:00:03, in gare, linkato 2134 volte)
Storie di CIV, di piloti che a Vallelunga a parte il risultato sportivo hanno fatto vedere il loro lato umano, lasciando in qualche modo il segno. Gondo ha un cognome buffo un nome impronunciabile, una tuta e un casco coloratissimi in tipico stile giapponese, e assomiglia nel viso e nel fisico al grande Kato. Si è presentato in Italia senza sapere una parola d’inglese e le prime sillabe italiche sono state le solite che imparano subito gli stranieri, firenze, cagliari ecc. Adesso riesce ad articolare qualche frase e non è poco, ha capito la domanda e risposto bene, meglio di tanti italiani verrebbe da dire. In pista è stato altrettanto bravo: si è preso la pole e ha conquistato il podio in gara. A fine gara Mattia Tarozzi e Alssandro Tonucci avevano gli occhi pieni di gioia dopo essersele date di santa ragione in pista. Il primo si è arreso al pilota del team Junior Gp però il suo secondo posto è stato come una vittoria. Mattia è tornato alle corse dopo il brutto incidente del 2005, quando aveva 14 anni, e come ricordo ha una caviglia senza mobilità che volevano amputargli. Lui ha stretto i denti e dopo cinque anni è sul podio, più bello di così non ci poteva essere miglior finale. Raggiante anche Tonucci per la bella vittoria e i suoi occhi raccontavano tutto, più delle parole. E lo stesso si può dire per Ivan Goi. L’ex baby prodigio doveva smettere di correre, invece ha trovato un team che gli ha offerto la possibilità di correre con l’Aprilia e lui ha vinto. Alla faccia di chi pensa che i piloti da un giorno all’altro non sanno più dare gas e con il termine bolliti vengono catalogati. Non male quindi il bollito alla Goi, diventato per l’occasione Ivan Terribile Goi, il suo nuovo nick, con la staccata da urlo nel tratto veloce del tracciato romano. In Superbike bello l’abbraccio tra Polita e Cruciani. Nel derby marchigiano- Ducati- team Barni, i due compagni sono stati bravi, bravissimi e anche per loro i gesti hanno contato più delle parole con i complimenti, sinceri, che hanno fatto da bella cornice alla gara perfetta. E la classe regina è tornata davvero regina: tanti piloti forti, belle moto e l’arrivo dell’Aprilia con gomme Michelin di Sandi e Pellizzon, grandi protagonisti dalle prove alla gara. E bella soddisfazione per Federico che dopo anni di purgatorio è tornato, e per la prima volta, grande in SBK. Infine forti, sorridenti i due piloti di casa: Dionisi e Massei che hanno monopolizzato la Supersport. Per il primo un bel ritorno nelle posizioni a lui congeniali, per Massei una bella conferma. E infine attenzione a Tamburini. Il giovane riminese con il team Bike service ha fatto enormi progressi. Ha ritrovato la sua forza e accumulato sicurezza. E Monza si avvicina…
 
Di Filippo Delmonte (del 12/06/2009 @ 16:45:10, in gare, linkato 2572 volte)
Alex mangia di gusto un pezzo di pizza margherita, che gli ha tagliato la mamma, Alessio Corradi è seduto a fianco della sua famiglia e in mezzo a tutti i ragazzi del team nel ristorante Alexandro’s, l’italiano forse più famoso nel centro di Douglas dove in una tavola di fianco siede un gruppo di toscani che ormai ha per tradizione venire al TT per vivere emozioni e tifare tutti i piloti, come fanno gli inglesi che chiedono a tutti l’autografo e battono le mani ai piloti che finita la gara passano per la piccola strada che li porta al parco chiuso e al podio che diventa così una sorta di passerella per tutti, perchè concludere la gara merita rispetto e ovazione. Davanti a una bistecca e un piatto di pasta, si ride e scherza, la tensione accumulata in due settimane scende; si può trarre il bilancio di quindici giorni vissuti a tutto gas, prima sull’Isola per le qualifiche del TT, poi a Vallelunga e di corsa verso l’Isola; un tour de force senza precedenti per un pilota italiano che però fa tornare alla memoria David Jeffries che si divise tra Silverstone e la North West 200 per prendere parte alla gara nazionale e alla mitica corsa su strada. “Non facciamo paragoni, lui era un mito – si schernisce, ma gradisce il confronto con il grande David, Alessio- e vinceva. Io mi sono piazzato: a Valleunga abbiamo incontrato qualche difficoltà e non sono riuscito ad andare oltre il settimo posto. Devo assolutamente migliorare nelle prossime gare. Qui sull’Isola ci è mancato un pelo per arrivare alla replica Silver, che rabbia”. La sua Kawasaki ZX 6 Stock ha accusato un problema elettrico a metà dell’ultimo giro. Pura sfortuna. “Se tutto filava liscio arrivavo alla fine con la media delle 120 miglia, che sarebbero un po’ scese nel calcolo finale per via del rifornimento, ma sarei stato abbondantemente dentro il 105%, limite massimo per prendere la prestigiosa replica in argento. Pensa che bello metterla in bacheca”. Ci sarà invece la replica del trofeo in bronzo. “Sì ci sarà quella, solo una però. Ci contavo sulla seconda gara, ma il problema che sembrava risolto il giorno prima, si è riproposto e mi ha costretto ad abbandonare e addio sogni di gloria”. Rispetto al giorno precedente il tracciato era più lento per via dell’acquazzone caduto a Kirk Michale che ha posticipato la partenza di quasi quattro ore e lasciato qualche macchia di umido sulla strada. A gare finite non resta che tracciare un bilancio. Gli occhi di Alessio si illuminano quando ripercorre a mente il giro, si esalta, perchè il TT è adrenalina. Sarà pur pericoloso, ma rimane il posto più bello per correre con una moto. “Ci sono tutte le situazioni che trovi in mille piste diverse: qui c’è tutto in 60 chilometri. È qualcosa di unico. Discese, salite, rettilinei, tornantini. In più passi tra le case, per i paesi. L’emozione è sempre tanta e correre qui è meraviglioso. Al secondo anno conosci meglio il percorso, ricordi più punti e sai dove puoi osare di più”. William, guida il camion del team del gommista di Langhirano e da 20 anni viene sull’Isola, strabuzza gli occhi. “Mi hanno detto che a Creg-ni- Baa entravi di traverso come se fossi in pista, ma non è una pista”. “Lì c’è spazio –risponde Alessio che conclude il teatrino con versi e rumore di moto e anche il piccolo Alex, sue anni e mezzo e già un piccolo motociclista, segue il padre nel fare il verso della moto con la bocca e ne viene fuori un bel quadretto- e quindi entravo come in pista, ma negli altri punti mica rischio. Ho sempre tenuto una buona percentuale di margine”. Per capire quanto il Folletto di Langhirano sia andato forte quest’anno e senza problemi avrebbe finito nei venti, basti vedere i tempi del 2008 e quelli del 2009: sulla distanza ha migliorato di quattro minuti e 56 secondi, la media totale l’ha portata a 117,744, ben sei miglia in più del 2008 e il primato sul giro è stato abbassato a 18’56”49, mentre lo scorso anno aveva fermato il cronometro sui 19’59”. Un bel salto in avanti. “Mi sono migliorato, ma anche gli altri sono andati forte, molto forte. Il livello si è alzato molto e infatti con il tempo di quest’anno avrei finito diciottesimo nel 2008, questo vuole dire che sono andati tutti meglio. Peccato non essere riuscito a fare qualcosa in più, però l’obiettivo di portare a casa la statuetta l’ho centrato. Che bello avere il trofeo del TT a casa è proprio bello”. Nel TT che ha quindi confermato la bravura di Alessio Corradi, Mc Guinness nella Superbike ha stabilito il nuovo record sul giro in 17’21”29 alla media di 130. 442 mph. Un dato per dire che sulle strade Mountain si va sempre più forte.
 
Di Filippo Delmonte (del 21/04/2009 @ 11:36:53, in gare, linkato 1848 volte)
Spazzano la pista i commissari e lo fanno con veemenza. I piloti intanto si radunano a capannello e si chiedono cosa fare. Peggior epilogo del CIV non ci poteva essere e questo è il peccato capitale: perché la FMI ha svolto un grande lavoro, ha portato tanta gente a vedere il campionato e le gare si preannunciavano interessanti. A tutto questo va aggiunta una nutrita fila di giornalisti in sala stampa, non era mai successo. Il nuovo tricolore gestito dal gruppo di lavoro della Federazione non ha sbagliato una mossa e lo stesso si può dire per MotoTv che ha posizionato ben 10 telecamere in pista per una bella qualità delle immagini degne di una diretta televisiva. Veramente tutto bello! A rovinare la festa un pilota che non si accorge di perdere olio, e gli andrebbero tirate le orecchie, e il circuito di Misano che non riesce a pulire il tracciato. E qui la domanda sorge spontanea. Come si fa? Con quello che costa l’impianto, con l’esperienza che i dirigenti hanno come si fa a toppare così? La pista in caso di sporco va lavata e quando piove l’operazione non va a inficiare sui tempi, perché non deve asciugare. Ma per lavarla ci vogliono lance con potenza e queste non c’erano. E così si è provao a lavare con un flebile getto d’acqua in alcune parti e poi spazzolare, senza però ottenere risultati. Bastava dunque un’idropulitrice, anche due vista la lunghezza del circuito, oppure guardare all’estero che prodotti vengono offerti. Misano ha dunque le sue responsabilità. La pista offre un asfalto molto scivoloso in caso di acqua, figurarsi con olio in pista. A quel punto era impossibile correre e spettacolo mancato. Mi chiedo se fosse accaduto con le auto che delirio di critiche e polemiche ne sarebbe scaturito. Sarà dunque ora di farsi sentire di più. Per il resto bisognerebbe anche capire chi è stato l’artefice di cotanto disastro e punirlo severamente. Non è possibile infatti percorrere quattro chilometri di pista e non accorgersi di perdere olio, significa che il pilota non ha idea di quello che sta accadendo e dunque va sanzionato. Infine una parentesi sugli orari. Il programma va rivisto e mettere in coda i trofei monomarca. Come insegnano i tornei mondiali le corse vanno corse presto per limitare così eventuali danni come accaduto domenica dove Sbk e stock non hanno preso il via e la Supersport è stata limitata eccessivamente. Il programma dovrebbe prendere il via in tarda mattinata e concludersi nel pomeriggio per poi passare ai monomarca a fine CIV, perchè è proprio il tricolore il piatto forte della tre giorni.
 
Di Filippo Delmonte (del 05/05/2008 @ 13:46:05, in gare, linkato 2060 volte)
Il campionato italiano scopre il mistero e seppur si minimizzi le domande rimangono e anche tante. Mauro Lucchiari è sparito! Il vincitore di Misano, nell’ormai lontano 1993, davanti a Re Fogarty e terzo al Mugello per parlare al presente, nella gara inaugurale del CIV è scomparso e nessuno sa nulla! La famiglia non si spiega dove possa essere finito, il team GPM ancor meno. Più volte ha provato a contattare il pilota e alla fine, per fare correre la moto ha chiamato Borciani, ma rimane il fatto che la situazione preoccupa. Il forte pilota padovano, esempio di atleta puro, persona amabile e corretta non è tipo da sparire e non lasciare tracce. Troppo affezionato alla moto, al suo mestiere, al tenersi in forma e nonostante una faccia malinconica, di chi no ha ottenuto ciò che voleva, è un personaggio positivo e per questo si rimane straniti dalla notizia della sua sparizione. Alcuni dicono che sia scappato oltre confine, perchè e per come non è dato sapersi, altri parlano di amore, ma si sa queste sono le chiacchiere da paddock e dunque nulla di concreto. Rimane soltanto una certezza che Mauro è sparito da prima della gara, da inizio settimana pare. Il team è stato avvertito da chi teneva il camper del pilota in deposito e per il resto il nulla assoluto. Insomma una storia strana che speriamo si risolva nel miglior modo!
 
Di Filippo Delmonte (del 22/04/2008 @ 17:08:00, in gare, linkato 9885 volte)
Il campionato italiano cambierà padrone. A fine stagione scadrà il mandato della Sport Promotion che lo gestisce dal 2001, società che lo ha reso più professionale e dunque più appetibile, e subentrerà direttamente la Federazione. Il campionato torna dunque al mittente. Sarà un bene, un male? Vedremo poi. Di sicuro le certezze sono poche e le incertezze tante. La storia a volte insegna e anche in questo caso un episodio che potrebbe fare riflettere si è verificato ai tempi del Super Turismo. Premesso che il campionato automobilistico aveva creato un giro più ampio, fatto di grandi sponsor e dirette televisive, il Super Turismo organizzato dalla Salerno Corse aveva fatto gola alla CSAI che se l’era ripreso portandolo poi alla debacle, oltre a diversi processi con l’ex promotore, per un’organizzazione non certo all’altezza del privato e in poco tempo l’aurea magica era sparita così come Case e TV. Il motociclismo non cadrà in aule di tribunale, ma rimane il fatto, che potrebbe perdere qualcosa con la nuova gestione visto che un promotore esterno per alcuni versi può fare ciò che vuole, la Federazione no, ad esempio su che base sceglierà il Trofeo da abbinare al campionato? Solo sulla base dei soldi, non questo no, non si può e dunque qualcosa di polemico potrebbe già nascere sull’abbinamento. Il CIV, inolte, deve fare il passo in più; per arrivare alla professionalità completa, ha bisogno della tv per essere più vendibile. Insomma bisogna crescere ancora e non fermarsi. A Monza dovrebbe esserci una conferenza stampa, un comunicato dove si annuncerà il futuro e pare certo che Sport Promotion rimarrà nell’orbita ricoprendo un ruolo nell’organizzazione, ma in modo marginale, e il resto sarà per mano di FMI e suoi consulenti e uno potrebbe essere anche Gianpiero Sacchi, avvistato al Mugello, uomo vicino alle alte sfere di Viale Tiziano e dotato di esperienza racing. Non sarebbe certo una scelta azzardata. Quello che fa invece pensare è il ruolo del presidente Sesti, presente al Mugello, poco esperto di velocità e un pelo presuntuoso nell’atteggiamento il che non è di buon auspicio. L’importante però sarà mettere in pista un bel team di persone, anche se andrebbero pescate fuori dall’ambiente moto. Perchè uno dei problemi delle due ruote è proprio la miopia dei più e dunque persone extra settore potrebbero migliorare tutto il movimento, anche perchè, fatto non da poco, sono in pochi quelli che nelle due ruote capiscono di marketing, co- marketing, comunicazione, aspetti fondamentali nello sport moderno. Di certo ci sarà un fatto. Con il massimo organismo sportivo in campo, gli autodromi dovranno scendere a patti, dare agevolazioni, e sarebbe ora, nell’affitto e di conseguenza un pesante costo andrà a cadere e questo potrebbe essere di buon auspicio anche per i moto club, ma questa è una storia che non si avvererà. La FMI quindi non avrà un compito facile. Dovrà abbassare i costi di team e piloti, attraverso iniziative come il minor affitto delle piste, dare visibilità, investire nella comunicazione e nella televisione, gli aspetti più deboli di oggi, per creare un giro appetibile per futuri sponsor, perchè alla fine la fortuna è che ci sono alcuni team che vantano sponsor e persone all’altezza di discorsi globali che sarebbe meglio mettersi dalla propria parte per dare brio al campionato. E poi dovrebbe nascere una collaborazione con la Spagna e questo rappresenterebbe una buona palestra, per imparare a convogliare pubblico e soprattutto a cambiare mentalità, cercando di farla cambiare anche all’utente comune che vede solo il calcio. Con i giusti strumenti si può fare! Si può fare, ma per farlo bisogna anche ascoltare e per prima cosa bisogna ascoltare piloti e team, che a breve si raduneranno in associazione (vedi la postilla sotto) per fare valere i propri diritti. Era ora e sarà ora di rilanciare il campionato italiano, attenzione però non guardiamo i soldi, ma badiamo al torneo che per essere più bello avrebbe bisogno di gare più lunghe per allevare i nostri ragazzi, Case e team al via, nessun monogomma e iniziative atte a valorizzare una domenica qualsiasi in una domenica interessante. TEAM: Nasce l’associazione dei team per un futuro migliore e per portare avanti la voce delle squadre, linfa vitale per piloti e per l’economia del tricolore. Il primo incontro in quel del Mugello è andato bene, presenti una quarantina di compagini, e si proseguirà a Monza dove è in programma una seconda riunione dove si presenterà statuto, ci saranno le prime adesioni e si decideranno i rappresentanti. Una bella notizia che aiuterà le squadre a fare valere la loro voce in Federazione e per professionalizzarsi su diversi aspetti, tra cui uno fondamentale al giorno d’oggi, la comunicazione.
 
Di Filippo Delmonte (del 10/03/2008 @ 11:06:07, in gare, linkato 1874 volte)
I ragazzi hanno fame e mettono in riga il dottore. I novizi della MotoGp strabiliano, esaltano e fanno fare la ola alla sabbia del Qatar per una prima serata d’autore dove tutto è stato perfetto, dall’effetto scenico alla trama principale del film, la bagarre senza confine. L’atteso Stoner si conferma il bastonatore con la rossa Ducati, la più potente e quella che più assomiglia a una vecchia 500 per come si muove, qui il pilota ci mette tanto del suo e dimostra, se ci fossero ancora dubbi, chi è l’uomo da battere. La sua gara è perfetta nella gestione e nella scelta dei tempi: recuperare, passare, andare al comando e scrollarsi il baby Lorenzo. Il compagno del divin Valentino suona la carica e in un sol colpo mette dietro il poco amato Pedrosa e il blasonato rivale, mettendo in pratica una guida cattiva, precisa e redditizia. Il nuovo che avanza è più avanti di ogni aspettativa, semplicemente un gigante! Dinnanzi all’ingigantito numero 48, si scolora il 46. Non sarà a posto il Dottore, fa vedere belle guidate, come nel pezzo veloce, ma si deve inchinare alla fame dei ragazzi terribili. Le scuse questa volta non ci sono: la paga è stata servita senza fiatare. La Yamaha rispetto allo scorso anno è migliorata terribilmente, va forte e la Ducati non scappa più e poi è precisa. Il telaio, le sospensioni fanno il loro lavoro e in staccata si vede. Le due blu M1 non si muovono nemmeno sotto i colpi di due staccatori come Lorenzo e Rossi. Senza dubbio è la moto migliore e il divario tecnico tra le marche, come attendevamo, si è livellato, come l’elemento della discordia 2007 le gomme: Brigestone vince, Michelin piazza tre dei suoi nei primi cinque. Non male! Scongiurate eventuali critiche ora bisogna fare mea culpa se il sette volte campione vuole tornare a vincere. Un bagno di umiltà e nulla è perduto, mentre i debuttanti ballano e strigliano. Sarà l’inizio del cambio generazionale? Presto per dirlo. Dovizioso è magico, splendido, cattivo, perfetto e primo dei privati. Che gara e che cattiveria. Batte Rossi in un finale concitato, rimane sempre attaccato ai primi nonostante una buona Honda, ma non ufficiale e leggermente meno veloce, ma alla fine chiude quarto e che spettacolo! I tempi segnati in inverno, le difficoltà patite lo caricano e lui risponde stupendamente. Il nostro futuro di buoni italiani. E subito dietro l’altro debuttante cattivo, James Toseland. Il pianista re della Superbike fa le cose in grande. In pochi, soprattutto i nostri commentatori, se ne accorgono, ma lui va come un treno nonostante una M1 alla quale manca lo spunto ufficiale, qualche chilometro, per assicurarsi un qualcosa in più anche se il sesto posto è fantastico. Dalla Superbike alla Gp, James conferma il suo talento e l’ottimo inverno. Non si tira indietro nella bagarre e subito mette le cose in chiaro. Sportellata a Lorenzo, che alla fine ride, e gas spalancato.Un contatto molto simile a quello tra Fabrizio e Xaus a Phillip Island domenica scorsa. Giacomino fa vedere che si è già adattato e già due anni, dopo il breve test di Valencia con la Honda, fa aveva detto:”la Motogp è più facile da guidare della Superbike” e si è presentato con il giusto biglietto. Peccato che la Casa dei tre diapason non gli abbia dato fin dal Qatar la roba buona, altrimenti qualcosa in più veniva fuori. Bravo James che riscatta lo spirito Superbike dopo la spazzolata di Bayliss di due anni fa! Fogarty mi disse che Toselan potrebbe vincere anche in Gp perché è giovane. Potrebbe realizzare il sogno. E finiamo con la stella Edwards. Perde qualcosa dal compagno, ma rimane lì! E’ attaccato al gruppo per tutta la gara, cosa vuole dire? Forse il materiale simile agli altri non gli fa prendere i secoli come accaduto fino a fine 2007 e il pilota risorge. Miracoli della moto-politica! Altro giovane terminator è Pasini. Sublime la sua gara, fantastico e duro nel finale. Riscatta le sfighe passate con una vittoria limpida e voluta. Recupera e alla fine mette tutti in fila, si infila nel pertugio lasciato da Barbera e si invola nell’ultimo giro, troppo superiore e troppo grande. Un bel record vincere al debutto!
 
Di Filippo Delmonte (del 17/09/2007 @ 11:58:58, in gare, linkato 1749 volte)
L’uomo per vivere ha bisogno di miti, di eroi che si distinguono per imprese epiche che fanno sognare, immaginare. Una sorta di ottimismo pervade l’individuo che sogna di diventare anche per un minuto un eroe. Anni di dirette televisive, di motomondiale in tv, di interviste al dottor Costa hanno alimentato il mito del pilota, un grande uomo in grado di cavalcare il destriero d’acciaio come direbbe il filosofo dottor, anche in condizioni fisiche menomante. Il pilota è così, si distingue dall’operaio perché la sua voglia di correre è superiore a ogni cosa, vuole correre, combattere animato da una passione quasi morbosa per le due ruote. E questo fattore aiuta, non poco, i medici nella terapia di recupero da somministrare e nel facilitare la figura mitica del pilota di moto. A tutto c’è però un limite! A Misano Michele Pirro ha dato una botta degna di nota nelle prove del sabato. Non si è fratturato nulla, tante botte per fortuna, ma in compenso nel ruzzolone ha rotto due denti picchiando di conseguenza fortemente la testa. Questo però non ha preoccupato o fatto sorgere il minimo dubbio. Michele stoicamente è risalito in moto nel pomeriggio, ha abbassato il suo limite e si è guadagnato la pole position, ha ritirato la coppa e si è accomodato piuttosto mogio sulla sedia. Domenica Pirro ha corso, e come ha corso, ha finito secondo dietro Pierino Corti e così ha ipotecato il titolo. Ha fatto quindici giri belli viste le condizioni fisiche e poi è arrivato il momento del podio. Non riusciva a scendere dalla sua R1. Gli facevano male gambe e polso, era stremato. Subito ho pensato: è andato a cannone per una gara intera, ha tenuto testa a Corti e Dionisi che piano non vanno e ora fa la scenata napoletana per calamitare l’attenzione della gente, sminuendo di conseguenza il valore degli avversari e mettendo in pirmo piano la sua epica impresa, più volte sottolineata da Boris, lo speaker. Ha corso con due denti rotti, botte nel corpo, eccetera, mitico! E bravo a sceneggiare. Quando è arrivato in zona podio mi sono invece reso conto di un’altra cosa. Questo ragazzo era veramente provato. Più che nel fisico nella testa. Totalmente assente. Quasi incapace di parlare, alzare lo sguardo. Ha difeso con i denti la leadership del campionato e mi chiedo come abbia fatto. Misteri della fede. Ma quello che mi ronza in testa è capire come mai nessuno lo abbia fermato. Certo i piloti vogliono correre e il loro desiderio è ancor più vivace quando sono in testa alla classifica, ma si può mettere davanti alla vita umana un numero 1 su una carena di vetroresina? Se Pirro anziché fare l’eroe di Misano avesse per un attimo perduto i sensi mentre era in moto e fosse caduto insieme a Corti e Dionisi e avesse di nuovo picchiato la testa cosa avremmo scritto? Ieri è andata bene! Ma non va sempre così e soprattutto i medici non hanno visto la situazione del ragazzo? Nessuno, nemmeno quelli del suo entourage, si è chiesto ma questo può correre? In Inghilterra se fai la visita con il medico e dici ah mi fa male il polso, tu non parti. In Italia invece parti anche in condizioni critiche. L’assenza della Clinica Mobile si è sentita nel CIV, ma soprattutto si è sentita la mancanza di uno stop. Abbiamo trovato l’eroe di giornata e tutti sono contenti, ma che fortuna! Pensate se andava diversamente! Due anni fa il mio caro amico Alessio Corradi cadde nei test a Brno, picchiò la testa. Due settimane di stop e niente gara di Misano. Pirro invece cade sul curvone e nessuno dice niente. Sfortunatamente la testa può andare in tilt in qualsiasi momento e dunque il rischio è sempre alto. Smettiamo di dire eroi e diciamo incoscienti e soprattutto non controllati. I piloti sono sempre più gladiatori e questo sinceramente mi fa schifo! Si parla di sicurezza e questa sarebbe sicurezza?
 
Di Filippo Delmonte (del 16/07/2007 @ 21:31:22, in gare, linkato 1916 volte)
Cadono gli Dei in Germania, ritorna alla ribalta Pedrosa, e la Honda porta due moto sul podio con le famigerate gomme Michelin. La Casa francese di pneumatici torna dunque grande, dopo le lamentele di Rossi in Inghilterra. Il Divino Valentino si ritrova nella sabbia teutonica dopo avere tentato di recuperare posizioni e sopraffare il ben più normale De Puniet con una Kawasaki sempre più competitiva. Il Vale fa così piangere i tifosi commettendo un errore non alla Rossi vecchio tipo, ma ormai una costante del nuovo, nel giorno in cui Stoner finisce soltanto quinto abbandonato da Bridgestone non Big come al solito. Ritorna invece a calcare il podio Capirossi alla faccia di chi gli vuole male! Il box Ducati gestito da Suppo non è forse famigliare come ci volgiono fare credere. Quando uno die due piloti prende paga dall’altro per mille motivi viene esonerato e lasciato solo nel box. E’ successo con Bayliss, la bandiera Ducati per antonomasia, con Gibernau e infine con Capirex. Non c’è più religione. Loris che ha fatto grande la Rossa è ora visto come una pecora nera. Il bel clima bolognese è valido solo in Superbike a questo punto e rende la Ducati uguale ad altri team nel motomondiale, peccato, il fascino della Rossa era rappresentato anche dal clima sereno all’interno del box. In una domenica dalle mille sorprese che restituisce pathos a una MotoGp anemica sotto il punto di vista dello spettacolo, Michel Fabrizio conferma il suo talento e le attenzioni di Gresini. L’uragano romano dopo la caduta dello scorso anno a Donigton, quest’anno ha preso l’avventura con calma. Ha badato a imparare la moto e la pista e poi si è migliorato costantemente. Alla fine ha concluso decimo! Un bel risultato per un debuttante. Molti potrebbero dire ma che debuttante! Vero ha corso con WCM e una gara con l’Aprilia, ma erano moto? E poi con la 800 non aveva mai girato e presentarsi il venerdì mattina, prendere contatto con un toboga non certo facile, la potenza della Hondina e nuove gomme! Un bel risultato ancor più importante in virtù del tempo sulla distanza impiegato, il buon passo e un distacco veramente accettabile nei confronti di Pedrosa e del compagno Melandri. Bravo Michel! Il talento non manca, il ragazzo va forte e ora non resta che tornare alla Superbike sulla pista di Brno che gli piace tanto. Moto permettendo potrà fare veramente bene. Il ragazzo c’è e va molto forte. Ancora una volta lo ha dimostrato anche se la sua prestazioni per molti è passata inosservata., Ormai devi essere Valentino Rossi per essere guardato! Mi raccomando Mago continua così! A cannone!
 
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