Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Campionato italiano, che bagarre! Un livello così alto era difficile immaginarlo e invece i margini tra primi e ultimi sono diminuiti a dismisura. A parte i giri veloci, compagni di viaggio sempre utili per stilare delle classifiche e dei commenti, quello che fa impressione è vedere l’alto livello messo in mostra, soprattutto nelle categorie Stock 1000 e Supersport. Da qui gare incerte, ricche di sorpassi e lotte al calor bianco che denotano l’ottimo banco prova in vista di tornei iridati per i protagonisti. IN un nugolo serrato di piloti dal polso destro bello agile, ci soffermiamo su alcuni dei grandi nomi della domenica toscana.
Danilo Marrancone. Lo scorso anno il team con cui correva, forse altri addetti ai lavori lo davano per una scommessa persa e dunque complimenti sinceri a chi pensa che i piloti diventino scemi da un anno all’altro, non sapendo andare più in moto.
Danilo è la prova che per poter ambire al podio, oltre al talento, ci vogliano un team che crede in te, sappia lavorare e metterti a punto una moto veloce. Tutte caratteristiche arrivate in questo 2007 in casa dell’abruzzese che in un sol colpo ritorna al vertice con costanza, vedi i tre giorni di gara, e dimentica gli infortuni dello scorso anno. Chi sa guidare una 600 stock, è capace di andare forte anche con la Supersport! Cosa che ho sempre pensato e che ora ancora una volta si conferma e fa vedere quanto l’uomo valga in certe imprese, quanta umiltà è necessaria per buttare giù i bocconi amari, per poter poi risorgere e tornare a calcare la scena, lottando fino all’ultimo con Roccoli e Vizziello, i punti di riferimento della categoria.
Gianluca Vizziello. Il pilota di Policoro è in costante crescita e anche ieri ha fatto vedere grandi cose regalando al team RG il primo podio della carriera per la squadra nata lo scorso anno. A Spezia hanno e lavorano sodo e il secondo posto di Gianluca è una bella rivincita per tutti quelli che hanno fatto discorsi sulla competitività dei mezzi della squadra voluta da Gianfardoni. Una grande moto, un grande staff messo in piedi dalla famiglia Gainfardoni: da Stefano, telemetria, a Claudio, capo tecnico della moto di Vizziello, passando per il mago delle sospensioni Frenki, a Emiliano e a tutti gli altri tecnici e ragazzi della hospitality che hanno fondato un grande gruppo dove i piloti si sentono a casa. Vizziello da parte sua ci ha messo il talento, la tecnica e la costanza. Rispetto allo scorso anno ha fatto tesoro delle lezioni della pista, pensando a raccogliere punti e giocarsi tutto nelle prossime gare. Era importante finire sul podio e il leone di Policoro ci è riuscito, regalando così morale e stimoli in vista dei prossimi impegni mondiali e tricolori.
A completare la festa ci ha pensato Alessio Velini, ottavo, e in grande crescita. Alessio ha tutte le carte in regola per giocarsi il podio, una squadra e un gommista, Dunlop, che crede in lui ed è pronto quindi a giocare la parte del protagonista.
Massimo Roccoli: gara esemplare. Bravo a rintuzzare gli attacchi di Vizziello, tornando alla vittoria dopo il finale thriller di Imola 2006. Parte del merito va al team Lorenzini, sempre attento a schierare il miglior mezzo possibile per consentire al fantino di Verrucchio di giocarsi la vittoria.
Michele Pirro. Bella manetta. Vince all’esordio nel tricolore Stock e il suo primo giro è alla Max Biaggi. Veloce allo spegnersi del semaforo, Michele, nelle prime tornate ha saputo mettere tra sé e il compagno di squadra, Corti, un margine incolmabile. Bravo nella messa a punto, Michele è un pilota da tenere in considerazione, visto che va forte anche nel finale!
Claudio Corti: E’ il più spettacolare della serie Superstock. Guida sempre a cannone e lo sa fare anche quando ha problemi. E’ senza dubbio il più talentuoso. Ha trovato un compagno scomodo come Pirro che gli ha forse messo un po’ di pressione e questo gli farà bene per maturare totalmente. Pierino la peste è in grande evoluzione come uomo, più serio, conscio delle sue possibilità e tecnico, si sta formando e una volta raggiunta la maturazione completa sarà ancor più forte. E saranno dolori.
Ah dimenticavo! Il distacco preso al Mugello non è assolutamente veritiero. Il tutto è uscito da una serie di episodi: una moto tutta da sistemare e una bagarre dura con avversari di polso. A conferma di ciò basta guardare indietro: i test invernali e la gara di Valencia. Non è uno che becca un secondo e passa al giro! Ora è tempo di Olanda e Super Claudio rimane il punto di riferimento.
Matteo Baiocco: che bravo Matteo! Lotta con il coltello tra i denti, non ha timori reverenziali e si conferma protagonista anche in Italia. Sarà un osso duro per tutti e il podio del Mugello è stato veramente bello e importante per lui. Ha raggiunto un feeling eccellente con la R1 mettendoci del suo. Una crescita sbalorditiva e un altro pilota della grande Italia della Stock. Ah per chi non lo sapesse, la sua livrea è gialla e blu, ed è costantemente tra i primi.
Ayrton Badovini: Il pilota della MV al momento lo associo a Mattia Pasini. I due italiani, corrono in categorie diverse, ma hanno un comune denominatore: la malasorte. Il riminese nella 125 non arriva al traguardo perché vittima di guasti che gli impediscono di mettere in mostra il suo talento. Ayrton per un motivo o per l’altro ha subito tre ko per caduta. Al Mugello è entrato in contatto con Conforti e addio sogni di gloria! Speriamo che sulla strada per andare in Olanda perda tutta la sfortuna di cui è munito per tornare nelle posizioni che gli competono quelle del podio.
Luca Conforti: Ha sposato la scommessa Honda CBR è i fatti gli danno ragione. E’ andato forte per tre giorni fino al contatto con Badovini, che in gara ci sta, che non gli ha permesso di ottenere un piazzamento importante, era quarto. La stoffa però c’è e sulla Honda del team Emmebi è andato come un treno. Un binomio che osa sfidare le competitive Ducati con una CBR messa a punto a regola d’arte. Saranno una costante per l’intero campionato e se la marca dell’ala ha voglia di puntare a vincere in Italia dovrebbe dargli una mano che meritano ampiamente.
Alex Gramigni e Luca Pini: sono stati i migliori con le quattro cilindri in un nugolo di Ducati. Hanno corso bene dando il massimo. Gramigni si conferma così al vertice e Pini fa lo stesso con una moto non ancora al top della preparazione. Bravi!
Marco Borciani: il campione in carica non si tocca. Vuole confermarsi e ci mette tutto. Non è ancora allenato a sufficienza visti l’impegni da team manager, ma ottenere due vittorie in una settimana non è da tutti. Un personaggio del paddock. Onore delle armi a Brignola grande guerriero e bravo a giocarsi la vittoria fino in fondo.
Mauro Lucchiari: licenziato dal team Speed Shadow si è presentato con la Ducati messa a punto da GPM conquistando un podio prezioso e degna rivincita nei confronti di chi non credeva più in lui.
Roberto Lacalendola: Mi era arrivata tempo fa una mail dal genitore di questo ragazzo, dove spiegava il perché non fosse stato preso al mondiale. Questione di soldi. Il manico però non si compra e così trovata la moto del team Roma racing ha messo tutti in riga con una gara esemplare. Fantastico! Degna rivincita nei confronti di un mondo sempre più inquinato dal business o dalla sopravvivenza, come dir si voglia.
Superstock in una Valencia inclemente fa rima con caos allo stato puro! Nella 600, disputata al sabato non sono mancati i fuochi d’artificio dopo la gara. In pista dominio incontrastato di Berger sulla R6 del team Trasimeno, squadra che si conferma al vertice della categoria, e poi tante chiacchiere finite nel nulla. Il motivo del contendere, le gomme. Pirelli, come da contratto ha fornito diverso materiale ai piloti al via. Alcuni avevano le Pirelli, altri le Metzeler, gomme sulla carta uguali, ma nei fatti pare di no, a detta dei team manager. E proprio alcuni di loro hanno iniziato la querelle della polemica, ma al momento di compilare e firmare un reclamo nessuno lo ha fatto. Per questa serie di ragioni, Pirelli, ha preso atto delle lamentele, già tanto visto che nulla di scritto è stato fatto e prenderà coscienza di eventuali problemi. I capi rivolta da parte loro, dovrebbero invece tutelare i propri interessi e i piloti, quindi anziché parlare dovrebbero agire per garantire maggior trasparenza alle corse.
Senza polemiche, ma bagnata e non bagnata dalla pioggia la Stock 1000. La nuvola di Fantozzi ha colpito i ragazzi della 1000, obbligandoli a montare le rain sulla linea di partenza. Una mossa che ha mandato nel panico assoluto, regalando dieci minuti di tensione massima, ma andiamo nel dettaglio:
Badovini vince il premio super sfiga per la seconda gara consecutiva. Ayrton anche a Valencia è stato messo ko da un altro avversario, ma questa volta la sfortuna è stata veramente atroce. Simeon è scivolato, la sua moto non si è spenta, contro regolamento, e piroettando come una ballerina è rientrato in pista andando a impattare contro la MV del povero Ayrton che nulla ha potuto per evitare il volo! Poteva ripartire il pilota del Biassono racing team, vista l’esposizione della bandiera rossa. Ma, e quando c’è di mezzo la malasorte il ma non manca mai, per regolamento non ha potuto ripresentarsi al via perché rientrato a bordo del carro e non sulla sua moto. Il regolamento attuale parla chiaro: si può riprendere la gara solo se si arriva in pit lane a bordo del proprio mezzo entro 5 minuti dall’esposizione della bandiera rossa. Benissimo, fin qui, visto che ciò che è scritto deve essere applicato. Però è anche da dire che tali regole devono essere spiegate ai commissari di percorso e anche ai piloti, che spesso non leggono i regolamenti e bisognerebbe dunque fare presente nel breefing pre gara. Nel caso specifico di Badovini, la sua moto era perfettamente funzionante e il pilota poteva tornare al box a bordo della sua MV. Non sapendo però la nuova regola, è rientrato a bordo di uno scooter e una volta arrivato ai box, dove i meccanici in un attimo hanno messo a posto la F4, si è visto estromesso dalla classifica. Un errore evitabile che di fatto ha penalizzato oltre modo il povero Ayrton. La responsabilità la dividiamo così tra FIM e team.
Corti Show: In quel di Valencia il talento di Como ha fatto una grande gara. Peccato sia passata inosservata ai più. Nella prima frazione è stato rallentato dall’assetto da asciutto, in condizioni di bagnato, per via della mancanza di tempo. Ciò ha comportato lo stop dopo due giri e il conseguente rientro. In gara2 è invece risultato il migliore, il più forte. Partito dal fondo, Claudio, ha dato un ritmo insostenibile alla gara e così Van Keymeullen si è lanciato alla quarta curva e gli altri non hanno nemmeno provato a seguirlo. Troppo forte e forse troppo incompreso. L’arrivo di Pirro sembra avergli tolto le attenzioni. Il pugliese è bravo, va forte e poi è seguito da un manager come Brivio. La sudditanza psicologica del team sembra garantirgli maggiori attenzioni. Ma attenzione a non sottovalutare il Pierino con il numero 71. Guida sopra i problemi e al momento appare ancora il migliore, quindi non mettiamolo in secondo piano. Con la seconda frazione di Valencia ancora una volta ha dimostrato di saper guidare al massimo quando la situazione lo richiede. E’ da eccellente!
Pirro e gli altri italiani: sotto l’acqua l’ex motomondiale va forte eccome. E’ stato fortunato nella sospensione, altrimenti si faceva dura per lui finire. E’ mancato ancora una volta negli ultimi giri e il talentuoso Aitchison lo ha punito. Gli ultimi giri della Stock sono fondamentali e Michele deve ancora prenderci l’abitudine a essere veloce anche nel finale di gara quando le gomme sono finite da tempo.
Bravi Dionisi e Baiocco. Il pilota di Suriano è tornato a mordere nelle prime posizioni, è in forma e si vede. Tutta la gara nel gruppo dei migliori e una cattiveria agonistica degna dei tempi migliori. Ha trovato motivazione e una squadra che lo asseconda, la manetta invece no è mai mancata e ora che ha tutto siamo pronti a vederlo costantemente davanti.
Baiocco è in grande ascesa e a ogni gara si dimostra pilota di grande temperamento. Ha pagato un po’ la pioggia e una gomma che nel finale di gara2 era finita. Ha guidato alla grande e da Magny Cours dello scorso anno è sempre tra i migliori. E’ uno die grandi protagonisti e a pensarci bene, viene da dire perché anziché fare la Superpsort con moto non all’altezza non si era impegnato prima nella 1000. E’ la sua categoria!
Dell’Omo: altra bella manetta di Casa Italia, peccato per il dritto all’ultimo giro che gli ha negato un bel risultato nei 10, ma la stagione è lunga e lui va forte e cresce costantemente.
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